Nell’era del consumismo accelerato, marchi come Shein e Temu stanno ridefinendo il concetto di moda accessibile, offrendo capi a prezzi stracciati. Tuttavia, dietro queste offerte allettanti si nasconde una realtà meno brillante: l’aumento del consumo di petrolio necessario per sostenere la produzione e la distribuzione di questi prodotti.
La moda a basso costo, con il suo ciclo di vita effimero, richiede una quantità significativa di risorse naturali, in particolare petrolio, per la produzione di tessuti sintetici come il poliestere, ampiamente utilizzato per la sua economicità e versatilità. Questo non solo contribuisce all’esaurimento delle risorse naturali, ma intensifica anche le emissioni di gas serra, aggravando il problema del cambiamento climatico.
Inoltre, la logistica necessaria per distribuire questi prodotti in tutto il mondo comporta un ulteriore consumo di combustibili fossili, aumentando l’impronta carbonica di ogni capo. La convenienza di acquistare abbigliamento a basso costo online nasconde quindi un costo ambientale elevato, spesso sottovalutato dai consumatori.
La crescente consapevolezza riguardo l’impatto ambientale della moda a basso costo sta spingendo alcuni consumatori a riconsiderare le proprie abitudini di acquisto, orientandosi verso un consumo più consapevole e sostenibile. Questo cambiamento di paradigma rappresenta una sfida per i marchi come Shein e Temu, che dovranno trovare un equilibrio tra accessibilità economica e responsabilità ambientale per rimanere competitivi in un mercato in rapida evoluzione.